Luisa Manni
Ragusa, la mia radice
Nata a Ragusa nel 1988, della mia infanzia ricordo il mio continuo stare in movimento: giochi, sport, lavoretti. Non riuscivo a stare ferma. E, crescendo, la mia natura non è mutata: a lavorare e viaggiare ho cominciato presto, subito dopo il diploma (liceo linguistico). Ho imparato l’arte dell’arredo e dell’empatia nei mobilifici di papà, sono stata tutor per studenti a Malta, ho appreso l’eleganza e la pazienza nei negozi di Louis Vuitton a Milano, mi sono impiegata in una rinomata cantina di Vittoria, tra botti ed etichette di Nero d’Avola, Frappato e Cerasuolo, ho lavorato nelle farm nel nord est dell’Australia, mi sono alzata all’alba per raccogliere frutta in una cooperativa agricola del ragusano. Collaborando con il gruppo Armani, abitavo a Bruxelles, pur vivendo a Ragusa. E la differenza, per me, non è scontata. Nel senso che nonostante sia sempre con lo zaino pronto, Ragusa è – da sempre – il mio campo base. La mia campagna e la mia compagna. La radice a cui fare ritorno e riferimento.
La lingua rurale iblea
Amo la vita, la vite e tutto ciò che fa loro da contorno: le storie, i paesaggi e la bellezza che esprimono; i profumi, le speranze, i ricordi che custodiscono; la fatica e la festa che rappresentano. Anche per questo sto frequentando il corso per diventare sommelier (WSET, level 3). Allo stesso modo amo le lingue. Le conosco, le frequento e le parlo. Lo spagnolo (quello della famiglia di mamma, tornata in Sicilia dopo anni in Venezuela), il francese e l’inglese affinati, per lavoro, in giro per il mondo.
Ma soprattutto conosco e parlo la lingua della campagna del territorio ibleo, nel sud est siciliano. Parlare la lingua della mia terra non significa “solo” conoscere il dialetto di quest’angolo di Sicilia. Vuol dire soprattutto parlare il lessico immediato e familiare della campagna iblea. Fatto di accenti climatici mediterranei, di riti che si tramandano da generazioni e che si rinnovano, scandendo le giornate e le stagioni dei contadini.
Fare esperienza con le emozioni
Sono certa che conquisterà anche voi, la lingua variegata della campagna iblea. Ed è proprio questa, la mia mission: farvi conoscere la terra iblea e le sue espressioni. Da dentro, perché possiate apprezzarla e farne esperienza. Con tutta la curiosità di cui siete capaci. Perché è lingua sentimentale, quella rurale: fondata su un vocabolario di emozioni che allineano il corpo alla natura, portandoci a riscoprirne le origini comuni. Con Be Rural io ho riscoperto, mani nella terra, la gioia di tornare alle radici e voglio condividerla con tutti voi. Vi va di imparare questa lingua antica e nuova? Contattatemi, ve ne farò innamorare.